Durante il lockdown le nostre attività di clownterapia in ospedale si sono totalmente fermate.

Abbiamo dovuto ripensare completamente il nostro modo di fare comicoterapia e dopo le prime settimane di blocco, vista la nuova situazione, abbiamo ideato la campagna “Il sorriso che abbraccia“.

Questa campagna ci ha permesso di arrivare nelle case dei bambini in due modalità differenti:

  • attraverso contenuti media che venivano continuamente caricati sui nostri social
  • attraverso le videochiamate che abbiamo realizzato con il servizio “30 minuti di sorrisi“, tramite cui i genitori potevano e possono prenotare una videochiamata di mezz’ora con i nostri clowndottori.

La dottoressa Allocca ha partecipato ad una di queste videochiamate e ha voluto lasciarci la sua impressione, con questo racconto molto emozionante.

Prima dell’incontro

“Poco prima di iniziare la nostra videochiamata noi clown dottori – eravamo in 2 proprio come accade in ospedale – ci siamo confrontati sul da farsi e ci siamo incoraggiati a vicenda: era il nostro primo intervento ‘virtuale’ e avremmo dovuto confrontarci con uno strumento di lavoro per noi davvero insolito. Il timore era che lo schermo del computer avrebbe rappresentato una distanza difficile da colmare. Per noi che lavoriamo così tanto con l’empatia, lo sguardo, la presenza.
Il ragazzo con cui avremmo trascorso i nostri 30 minuti si chiama Davide, ha 30 anni e soffre di un ritardo fisico-mentale che lo fa sembrare un ragazzino di 13.

All’ora prefissata parte il collegamento con la famiglia e, dopo un veloce scambio con il papà, la dottoressa Allocca e la dottoressa Frischiarella iniziano il loro intervento con Davide.

All’ora prefissata per l’incontro

E’ stato incredibile constatare quanto poco tempo è bastato per mettersi subito  in relazione.
Davide è un ragazzo dolcissimo e pieno di vita: ama cantare, recitare, guardare le partite della Roma. Noi lo abbiamo ascoltato, siamo entrate in sintonia col suo modo di essere e da lì il tempo è volato!
Nonostante fra di noi ci fosse della reale distanza, sembrava che ci potessimo addirittura ‘abbracciare’ attraverso lo schermo.
Cantare insieme è stato liberatorio, sia per noi clown che per lui. Ed è stato molto interessante osservare la bella interazione instaurata fra Davide e i nostri puppets! Dunque, ad un certo punto della chiamata il monitor era davvero affollato di suoni, chiacchiere e colori: i clown, i vivacissimi puppets, gli strumenti musicali, le nostre risate.

Alla prossima

Il tempo con Davide è volato. E alla fine della mezz’ora lui si è così divertito che ci ha subito chiesto se ci saremmo potuti incontrare anche il giovedì successivo, stesso luogo stessa ora.
E così è stato.”